Uomini forti, destini forti
La stagione 2021-22 del Napoli si aprì all’insegna del cambiamento. Dopo l’amara esclusione dalla Champions League all’ultima giornata della stagione precedente, il club decide di voltare pagina: Gennaro Gattuso saluta, al suo posto arriva Luciano Spalletti, tecnico esperto e carismatico, reduce da due anni di pausa.
Un inizio promettente
La rosa, priva di grandi rivoluzioni, si arricchisce solo con alcuni innesti mirati: il difensore Juan Jesus, ex Roma, e Zambo Anguissa, dinamico centrocampista in arrivo dal Fulham. L’avvio è entusiasmante: il Napoli infila una serie di vittorie, battendo anche la Juventus al Maradona e conquistando la vetta solitaria della classifica dopo quattro giornate. Il successo per 4-0 contro la Sampdoria segna il miglior avvio in Serie A per un nuovo allenatore sulla panchina azzurra.
Una squadra solida e coraggiosa
La squadra continua a volare, inanellando otto vittorie consecutive. Con il successo contro il Torino, il Napoli eguaglia il proprio record di partenza in campionato. Tuttavia, la prima frenata arriva all’Olimpico contro la Roma, dove termina 0-0. Il pareggio non spegne però l’entusiasmo, che resta alto fino al big match contro l’Inter, perso per 3-2. Da lì inizia una fase più altalenante, ma Spalletti mantiene la rotta.
Un girone d’andata di alto livello
Alla fine del girone d’andata, il Napoli è terzo in classifica con 39 punti. In Champions League, dopo un girone difficile con Leicester, Spartak Mosca e Legia Varsavia, la squadra accede al turno successivo, ma viene eliminata dal Barcellona in un doppio confronto senza storia. In Coppa Italia, altro passo falso: la Fiorentina elimina i partenopei agli ottavi di finale.
Il girone di ritorno e la lotta scudetto mancata
Nel ritorno la squadra si mostra più solida. Pareggia contro Juventus e Inter, poi vince quattro partite consecutive che la riportano a sognare. Tuttavia, i punti persi con squadre come Cagliari e Empoli diventano pesanti. Il Napoli chiude terzo, con 79 punti: un bottino migliore rispetto all’anno precedente, ma non abbastanza per contendere lo scudetto al Milan, che torna campione d’Italia.
Una nuova rivoluzione estiva
Con l’estate 2022 arriva una vera e propria svolta epocale: il club saluta alcune delle sue bandiere. Partono Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabian Ruiz. I tifosi temono il peggio, ma il mercato si rivela sorprendentemente efficace. Arrivano giovani e sconosciuti dal grande potenziale: Kvaratskhelia dal Dinamo Batumi, Kim Min-jae in difesa, il terzino Olivera, Raspadori e Simeone per l’attacco.
Il Napoli cambia pelle e corre
Con Giovanni Di Lorenzo capitano e guida dello spogliatoio, il Napoli parte fortissimo: il gioco è frizzante, veloce, verticale. Kvaratskhelia stupisce tutti, Osimhen domina fisicamente, Anguissa cresce ulteriormente. Il girone d’andata si chiude con 50 punti: un record. I partenopei sono primi, staccano nettamente le inseguitrici e sembrano destinati a qualcosa di grande.
Lezione di calcio in Champions
Nel girone di Champions, il Napoli offre uno spettacolo assoluto: vince in casa del Liverpool con una prestazione travolgente, domina contro l’Ajax, umilia i Rangers. Chiude al primo posto e si candida a sorpresa come possibile outsider per la coppa. Ma l’Europa, si sa, è spietata.
Una nuova delusione in Coppa Italia
Nonostante il momento positivo, il Napoli viene eliminato ancora una volta agli ottavi di finale in Coppa Italia. La sconfitta arriva ai rigori contro la Cremonese, una delle sorprese della stagione. Un episodio che dimostra come, nonostante tutto, il calcio resti imprevedibile.
La marcia scudetto continua
Nel girone di ritorno, il Napoli non accenna a rallentare. Vittorie pesanti contro Roma e Juventus consolidano il vantaggio sulle inseguitrici. L’equilibrio di squadra, la varietà di soluzioni offensive e una difesa solida (guidata da Kim) fanno la differenza. La squadra corre verso lo scudetto con lucidità, fame e determinazione.
La Champions League sfuma ai quarti
Dopo aver eliminato l’Eintracht Francoforte agli ottavi, il Napoli affronta il Milan nei quarti. In un doppio confronto equilibrato, è la squadra rossonera a spuntarla. Un’occasione mancata, ma l’impressione è che la squadra abbia ormai acquisito una dimensione europea importante.
Il 4 maggio 2023: un giorno storico
È il 4 maggio quando il Napoli pareggia 1-1 a Udine con il gol di Victor Osimhen. È la fine dell’attesa lunga 33 anni: il Napoli vince il suo terzo scudetto. La città esplode in una festa senza precedenti, unendosi sotto i colori azzurri. È il trionfo di una squadra nuova, di un allenatore spesso sottovalutato, di una società che ha saputo cambiare con coraggio.
I numeri di una stagione leggendaria
Il Napoli chiude con 90 punti, miglior attacco (77 gol) e miglior difesa (28 reti subite). Osimhen è capocannoniere con 26 reti, Kvaratskhelia vince il premio di miglior giocatore della Serie A, Kim quello di miglior difensore. Luciano Spalletti, infine, riceve il riconoscimento come miglior allenatore del campionato.
Una lezione di calcio e di leadership
Il biennio di Spalletti a Napoli non è stato solo un trionfo tecnico. È stata una dimostrazione di leadership vera: ha saputo traghettare un gruppo sconvolto dalle partenze in una nuova era, ha valorizzato ogni singolo elemento, ha restituito orgoglio a una città intera. La sua frase “Uomini forti, destini forti” è diventata un mantra. E il destino del Napoli, oggi, parla di grandezza.