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Come capire se il tuo sito piace a Google: segnali, errori comuni e dritte pratiche

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Hai lanciato il tuo sito o blog, hai scritto contenuti con passione, magari hai anche seguito qualche guida online... ma non sai se stai andando nella direzione giusta. In altre parole: come fai a capire se tutto quel lavoro piace anche ai motori di ricerca?

Ci sono segnali chiari, errori ricorrenti da evitare e strumenti che possono darti risposte (senza bisogno di una laurea in ingegneria informatica). L'obiettivo? Sapere se sei sulla buona strada per ottenere visibilità, oppure se qualcosa ti sta frenando senza che tu te ne accorga.

Visite organiche: il primo indizio da osservare

Uno dei segnali più importanti è l’andamento del traffico proveniente dai motori di ricerca. Se il numero di visite aumenta nel tempo, significa che i tuoi contenuti stanno cominciando a posizionarsi. Se invece è tutto piatto o in calo… c’è qualcosa da rivedere.

Usa Google Analytics per monitorare le fonti di traffico e Google Search Console per controllare quante impression e click ricevi dalle ricerche. I dati non mentono.

Parole chiave: stai comparendo dove dovresti?

Ogni contenuto dovrebbe ruotare attorno a una parola chiave principale, supportata da varianti e sinonimi. Se scrivi una guida sulla cura delle piante grasse, dovresti comparire per ricerche tipo “come curare piante grasse” o “piante grasse in casa”.

Controlla con strumenti come Ubersuggest, SEMrush o Ahrefs se sei posizionato per le parole chiave giuste. Se no, forse stai sbagliando target... o modo di scrivere.

CTR: quando il titolo non convince

Il Click Through Rate (CTR) indica quante persone cliccano sul tuo link rispetto a quante lo vedono nei risultati. Se è basso, forse il tuo titolo non attira o la meta description è poco chiara.

Ricorda: anche se sei in prima pagina, nessuno cliccherà su un risultato noioso o poco descrittivo. Lavora su titoli accattivanti, description chiare e magari anche su qualche emoji (senza esagerare).

Velocità del sito: un fattore tecnico... ma non troppo

Un sito lento è una condanna. Non solo per l’utente, ma anche per i motori di ricerca. Se le tue pagine ci mettono più di 3 secondi a caricarsi, potresti perdere punti in classifica.

Strumenti come PageSpeed Insights o GTMetrix ti aiutano a capire dove intervenire: immagini pesanti, script troppo invasivi, hosting lento... Ogni secondo guadagnato è un punto a favore.

Mobile friendly: il tuo sito è davvero comodo su smartphone?

La maggior parte delle ricerche avviene da dispositivi mobili. Se il tuo sito è difficile da usare su smartphone o ha testi microscopici, sei fuori gioco.

Google considera il mobile come priorità assoluta. Prova lo Strumento di Test Mobile e verifica se la tua UX è davvero pronta per il palmo della mano.

Contenuti aggiornati: hai ancora articoli del 2018?

I motori di ricerca amano i contenuti freschi. Se il tuo sito è pieno di articoli datati o non aggiornati, difficilmente scalerai la classifica. Rivedi i vecchi post, aggiungi nuovi dati, aggiorna le fonti.

Anche una semplice revisione periodica può fare miracoli. E dimostrare che il tuo sito è attivo e curato.

Link interni: i collegamenti fanno squadra

Un buon sito è come una ragnatela: ogni contenuto è connesso agli altri. Se scrivi di un argomento correlato a un altro già trattato, inserisci un link interno.

I link interni aiutano gli utenti a navigare meglio e fanno capire a Google la struttura dei contenuti. In più, distribuiscono l’autorità tra le varie pagine del sito.

Backlink: chi ti cita?

Se altri siti linkano il tuo contenuto, è un segnale di fiducia. Google interpreta questi link come “voti di qualità”. Più ne hai, meglio è... ma conta anche la provenienza.

Un link da un sito autorevole vale più di dieci da siti oscuri o spam. Non comprarli. Lavora piuttosto su contenuti così utili da essere naturalmente citati.

Segnali di coinvolgimento: quanto restano sul tuo sito?

Il tempo di permanenza, il numero di pagine visitate, la frequenza di rimbalzo... sono tutti segnali che indicano se l’utente trova valore nei tuoi contenuti.

Se entra e scappa subito, c’è un problema: o il contenuto non era rilevante, o era brutto da vedere, o troppo lento. Analizza con attenzione e migliora dove serve.

URL, sitemap e robots.txt: un po’ di ordine

La struttura tecnica del sito è importante. Assicurati che:

  • gli URL siano parlanti e coerenti
  • la sitemap sia aggiornata e inviata a Google
  • il file robots.txt non blocchi pagine importanti

Non è roba da programmatore. Anche con WordPress e plugin come Rank Math o Yoast, puoi sistemare tutto facilmente.

Contenuti duplicati: attenzione alle copie involontarie

A volte, senza volerlo, puoi avere contenuti duplicati: versioni con e senza www, pagine simili, tag troppo simili tra loro. Questo può confondere i motori e penalizzare il sito.

Strumenti come Siteliner o Copyscape ti aiutano a rilevarli. Poi basta un redirect o una canonical per risolvere.

Dati strutturati: piccoli codici, grandi risultati

I dati strutturati (schema.org) permettono di comunicare a Google informazioni aggiuntive: recensioni, prodotti, eventi, ricette... in modo che possano apparire nei risultati con i famosi rich snippet.

Aggiungerli è più facile di quanto sembri, soprattutto se usi CMS moderni o plugin dedicati.

SEO locale: ci sei anche su Google Maps?

Se hai un’attività fisica, cura bene la tua presenza locale. Crea (o ottimizza) il tuo profilo Google Business, raccogli recensioni, rispondi ai commenti.

Controlla che nome, indirizzo e telefono (NAP) siano identici ovunque: sito, directory, social. Coerenza è la parola d’ordine.

HTTPS: sicurezza come standard

Un sito sicuro è un sito affidabile. Se il tuo non ha il certificato SSL, è ora di attivarlo. Google segnala come “non sicuri” i siti senza https.

La maggior parte degli hosting lo offre gratuitamente. Non c’è motivo di rimandare.

Esperienza utente: pensa prima alle persone

La SEO moderna non è solo tecnica. È anche (e soprattutto) esperienza. Se il sito è bello da navigare, chiaro nei contenuti e utile... piacerà anche a Google.

Fai test con amici, raccogli feedback, osserva come si comportano gli utenti reali. Le risposte più utili vengono spesso fuori da chi non sa nulla di SEO.

Conclusione

Capire se il tuo sito sta andando nella giusta direzione è possibile, anche senza strumenti complicati. Basta osservare i giusti segnali, evitare gli errori più comuni e curare il sito con attenzione, un pezzetto alla volta.

Con il tempo, impegno e un po’ di pazienza, vedrai risultati concreti. E no, non serve “piacere a Google” a tutti i costi: basta offrire valore, ordine e una buona esperienza.

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